
Franca Valeri e il rapporto con l’Operetta
Franca Valeri è stata una delle voci più originali del teatro e del cinema italiano del Novecento. Con il suo umorismo affilato, la sua ironia intelligente e i suoi personaggi indimenticabili ha costruito un universo comico al femminile che ha saputo raccontare le debolezze e le ipocrisie della società italiana, con uno sguardo insieme affettuoso e spietato.
Ma oltre al teatro di prosa e al cinema, Valeri ha sempre avuto un amore autentico e duraturo per l’opera lirica. Un amore che non si è limitato al ruolo di spettatrice, poichè fu anche regista d’opera, coltivando una vera passione per il teatro musicale, e in particolare per l’operetta. In questo modo nacque la profonda amicizia con Sandro Massimini, un’intesa rara fatta di affinità intellettuali, sensibilità musicale e senso della misura.
Entrambi coltivavano un’idea alta dell’arte: quella capace di far ridere senza banalità, di intrattenere senza rinunciare alla qualità.
Negli anni Ottanta, Franca Valeri si dedicò con passione alla regia di opere liriche, tra cui “Il barbiere di Siviglia” e “Rigoletto”, e partecipò all’organizzazione delle stagioni estive di “Eurmuse”, portando in scena il repertorio classico con lo stesso spirito con cui affrontava i suoi personaggi comici, ossia con ironia, e mai con leggerezza.
Il ricordo di Franca Valeri non può prescindere da quello di Sandro Massimini. Non solo perché insieme hanno condiviso un percorso artistico raffinato, ma perché rappresentano entrambi un’idea di spettacolo che oggi rischia di scomparire: colto, popolare, profondo e, soprattutto, umano.
Nel centenario della nascita di Franca Valeri e a pochi anni dalla sua scomparsa, vale la pena riscoprire anche questa dimensione meno nota del suo talento, quella di appassionata ambasciatrice dell’operetta, con al suo fianco un alleato artistico e affettivo come Massimini. Un legame fatto di musica, stile e intelligenza, così come era lei.
Denise Rotondi