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Gino Landi, una vita per lo spettacolo

Gino Landi, una vita per lo spettacolo

Nel panorama dello spettacolo italiano, pochi nomi evocano una carriera tanto intensa, lunga e trasversale quanto quella di Gino Landi (nome d’arte per Luigi Gregori).

Coreografo, regista teatrale e televisivo, tra le tante collaborazioni che hanno costellato la sua carriera, da Fellini a Garinei e Giovannini, da Pippo Baudo a Nino Rota, ce n’è una che racconta una storia d’intesa umana oltre che artistica: quella con Sandro Massimini.

Nato a Milano nel 1933 da una famiglia di artisti di varietà, Gino Landi muove i primi passi come ballerino, scoperto da Erminio Macario mentre lavora con Fanfulla. Da lì, una carriera inarrestabile: è il volto e la mente dietro le coreografie dei sabati sera televisivi degli italiani, di programmi quali Sanremo, Festivalbar, Fantastico, e il regista di alcune delle più amate trasposizioni teatrali del repertorio leggero e dell’operetta.

È proprio in questo ambito che nasce l’incontro con Massimini. Dal loro primo lavoro insieme nel 1970, ossia “Al cavallino bianco” nel teatro Politeama Rossetti di Trieste, inizia un lungo cammino condiviso, fatto di decine di produzioni in cui Landi e Massimini si cercano e si trovano, come due estremi complementari della stessa visione scenica.

Nel 1971, firmando la regia di “La vedova allegra”, Landi sceglie Massimini come protagonista, confermando un’intesa che negli anni si farà sempre più salda. Da “Cin Ci Là” (1972) a “La principessa della Czarda”, da” La donna perduta” (1974) a “Il paese dei campanelli” (1975), fino a “La duchessa di Chicago” (1978), i due costruiscono un immaginario visivo e musicale che porta l’operetta a nuova vita. Non semplici rivisitazioni, ma spettacoli dal respiro moderno, eleganti e ironici, in cui la regia di Landi valorizza il talento istrionico di Massimini, trasformando ogni produzione in un piccolo evento.

Il loro sodalizio prosegue anche negli anni Ottanta e Novanta, anni in cui Landi cura regia e coreografie di “La Bajadera” (1985), “Il pipistrello” (1987), “Sissi” (1995), “Lo zingaro barone” (1999). In ciascuno di questi titoli, il legame con Massimini resta centrale, sia artisticamente che affettivamente. Perché oltre la tecnica, oltre la professionalità, c’è qualcosa che li unisce profondamente, ossia una visione condivisa dello spettacolo come bellezza e racconto popolare di qualità.

Landi è stato un innovatore, ma anche un custode della tradizione. Ha saputo coniugare il varietà televisivo con la grande regia lirica, senza mai perdere di vista il senso del ritmo, la teatralità e, soprattutto, l’anima delle produzioni. E Sandro Massimini, con la sua versatilità, la sua voce e la sua personalità scenica, è stato il partner ideale per mettere in scena questa idea di spettacolo totale.

Gino Landi ci ha lasciati il 17 gennaio 2023, a Roma, all’età di 89 anni.

Denise Rotondi

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